Fecero il petto stanza di tutte le passioni, a cui con giusti sensi ne sottoposero i due fomenti o princìpi: cioè l'irascibile nello stomaco, perocché ivi, per superare il mal che ci preme, ci si faccia sentire la bile contenuta ne' vasi biliari, sparsi per lo ventricolo, il quale, con invigorire il suo moto peristaltico, spremendogli, la vi diffonde: - posero la concupiscibile, più di tutt'altro, nel fegato, ch'è diffinito l'«ufficina del sangue», ch'i poeti dissero «precordi», ove Titane impastò le passioni degli altri animali, le quali fussero in ciascuna specie più insigni; e abbozzatamente intesero che la concupiscenza è la madre di tutte le passioni e che le passioni sieno dentro de' nostri umori.
Richiamavano al cuore tutti i consigli, onde gli eroi «agitabant, versabant, volutabant corde curas», perché non pensavano d'intorno alle cose agibili senonsé scossi da passioni, siccome quelli ch'erano stupidi ed insensati. Quindi da' latini «cordati» furono detti i saggi, e «vecordes» al contrario gli scempi; e le risoluzioni si dissero «sententiæ», perché, come sentivano così giudicavano, onde i giudizi eroici erano tutti con verità nella loro forma, quantunque spesso falsi nella materia.
3.
COROLLARIO: DELLE SENTENZE EROICHE.
Ora, perché i primi uomini del gentilesimo erano di menti singolarissime, poco meno che di bestie, alle quali ogni nuova sensazione cancella affatto l'antica (ch'è la ragione perché non possono combinar e discorrere), perciò le sentenze tutte dovevan essere singolarizzate da chi sentivale.
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Titane
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