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      Appresso, l'inferno pur fu di bassa profondità quanto è l'altezza d'un solco, ove Cerere, ch'è la stessa che Proserpina (il seme del frumento), è rapita dal dio Plutone, e vi sta dentro sei mesi, e poi ritorna a veder la luce del cielo; onde appresso si spiegherà il ramo d'oro con cui Enea scende all'inferno, che Virgilio finse continuando la metafora eroica delle poma d'oro, che noi sopra abbiam truovato esser le spighe del grano.
      Finalmente l'inferno fu preso per le pianure e le valli (opposte all'altezza del cielo, posto ne' monti), ove restarono i dispersi nell'infame comunione. Onde di tal inferno è lo dio Erebo, detto figliuolo del Cao, cioè della confusione de' semi umani, ed è padre della notte civile (della notte de' nomi); siccome il cielo è allumato di civil luce, onde gli eroi sono incliti. Vi scorre il fiume Lete, il fiume, cioè, dell'obblio, perché tali uomini non lasciavano niun nome di sé nelle loro posterità; siccome la gloria in cielo eterna i nomi de' chiari eroi. Quindi Mercurio, come si è detto di sopra nel di lui carattere, con la sua verga, in cui porta la legge agraria, richiama l'anime dall'Orco, il quale tutto divora: ch'è la storia civile conservataci da Virgilio in quel motto:
     
      hac ille animas evocat Orco:
     
      chiama le vite degli uomini eslegi e bestiali dallo stato ferino, il quale si divora il tutto degli uomini, perché non lasciano essi nulla di sé nella loro posterità. Onde poi la verga fu adoperata da' maghi, sulla vana credenza che con quella si risuscitassero i morti; e 'l pretore romano con la bacchetta batteva sulla spalla gli schiavi e gli faceva divenir liberi, quasi con quella gli faceva ritornar da morte in vita.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





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