Doppo, i geografi osservarono tutta la terra, com'una grand'isola, esser cinta dal mare, e chiamarono tutto il mare che cinge la terra «oceano».
Quivi finalmente, con l'idea con la quale ogni brieve proclive era detto «mundus» (onde sono quelle frasi: «in mundo est», «in proclivi est», per dir «egli è facile», ed appresso tutto ciò che monda, pulisce e raffazzona una donna si disse «mundus muliebris»), poi che s'intese la terra e 'l cielo essere di figura orbicolare, ch'in ogni parte della circonferenza verso ogni parte è proclive, e che l'oceano d'ogn'intorno la bagna, e che 'l tutto è adorno d'innumerabili, varie, diverse forme sensibili, quest'universo fu detto «mundus», del quale, con bellissimo sublime trasporto, la natura s'adorna.
IX
DELL'ASTRONOMIA POETICA.
1.
Questo sistema mondano egli durava a' tempi d'Omero alquanto spiegato più, il quale nell'Iliade narra sempre gli dèi allogati sul monte Olimpo, e udimmo che fa dire dalla madre Teti ad Achille che gli dèi eran iti da Olimpo a banchettare in Atlante. Sicché gli più alti monti della terra dovetter a' tempi d'Omero esser creduti le colonne che sostenessero il cielo, siccome Abila e Calpe nello stretto di Gibilterra ne restaron dette «colonne d'Ercole», il quale succedette ad Atlante, stanco di più sostenere sopra i suoi ómeri il cielo.
2.
DIMOSTRAZIONE ASTRONOMICA FISICO-FILOLOGICA DELL'UNIFORMITÀ DE' PRINCÌPI IN TUTTE L'ANTICHE NAZIONI GENTILI.
Ma, l'indiffinita forza delle menti umane spiegandosi vieppiù, e la contemplazione del cielo affin di prender gli augùri obbligando i popoli a sempre osservarlo, nelle menti delle nazioni alzossi più in suso il cielo, e col cielo alzaronsi più in suso e gli dèi e gli eroi.
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