Così dall'Esperia greca dovett'Ercole portare le poma d'oro nell'Attica, ove furono pure le ninfe esperidi (ch'eran figliuole d'Atlante), che le serbavano.
Così l'Eridano, dove cadde Fetonte, dev'essere stato, nella Tracia greca, il Danubio che va a mettere nel mar Eusino: poi, osservato da' greci il Po, che, come il Danubio, è l'altro fiume al mondo che corre da occidente verso oriente, fu da essi il Po detto «Eridano», e i mitologi fecero cader Fetonte in Italia. Ma le cose della storia eroica solamente greca, e non dell'altre nazioni, furono affisse alle stelle, tralle quali è l'Eridano.
Finalmente, usciti i greci nell'Oceano, vi distesero la brieve idea d'ogni mare che fosse d'interminato prospetto (onde Omero diceva l'isola Eolia esser cinta dall'Oceano) e, con l'idea, il nome, ch'or significa il mare che cinge tutta la terra, che si crede esser una grand'isola. E si ampliò all'eccesso la potestà di Nettunno, che dall'abisso dell'acque, che Platone pose nelle di lei viscere, egli col gran tridente faccia tremare la terra: i rozzi princìpi della qual fisica sono stati sopra da noi spiegati.
Tali princìpi di geografia assolutamente possono giustificar Omero di gravissimi errori, che gli sono a torto imputati.
I. Ch'i lotofagi d'Omero, che mangiavano cortecce d'una pianta ch'è detto «loto», fussero stati più vicini, ove dice che Ulisse da Malea a' lotofagi pose un viaggio di nove giorni: che se sono i lotofagi, quali restaron detti, fuori dello stretto di Gibilterra, doveva in nove giorni far un viaggio impossibile, nonché difficile a credersi: il qual errore gli è notato da Eratostene.
| |
Esperia Ercole Attica Atlante Eridano Fetonte Tracia Danubio Eusino Danubio Fetonte Italia Eridano Oceano Omero Eolia Oceano Nettunno Platone Omero Omero Ulisse Malea Gibilterra Eratostene
|