Come da Arcadia, terra mediterranea di Grecia, pastori, che per natura non sanno cosa sia mare, ne valicarono tanto tratto e penetrarono in mezzo del Lazio, quando Anco Marzio, terzo re dopo Romolo, fu egli il primo che menò una colonia nel mar vicino? e vi vanno, insieme co' frigi dispersi, dugento anni innanzi che nemmeno il nome di Pittagora, celebratissimo nella Magna Grecia, a giudizio di Livio, arebbe, per mezzo a tante nazioni, di lingue e di costumi diverse, da Cotrone potuto giugner a Roma? e quattrocento anni innanzi ch'i tarantini non sapevano chi si fussero i romani, già potenti in Italia?
Ma pure, come più volte abbiam detto, per una delle Degnità sopra poste, queste tradizioni volgari dovettero da principio avere de' grandi pubblici motivi di verità, perché l'ha conservate per tanto tempo tutta una nazione. Che dunque? Bisogna dire che alcuna città greca fusse stata nel lido del Lazio, come tante altre ve ne furono e duraron appresso ne' lidi del Mar Tirreno; la qual città innanzi della legge delle XII Tavole fusse stata da' romani vinta, e per diritto eroico delle vittorie barbare fussesi demolita, e i vinti ricevuti in qualità di soci eroici; e che, per caratteri poetici, così cotesti greci dissero «arcadi» i vagabondi di terra ch'erravano per le selve, «frigi» quelli per mare, come i romani i vinti ed arresi loro dissero «ricevuti nell'asilo di Romolo», cioè in qualità di giornalieri, per le clientele ordinate da Romolo quando nel luco aprì l'asilo a coloro i quali vi rifuggivano.
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