Per lo che tutto, si ha ciò che 'n questo libro dovevasi dimostrare: che i poeti teologi furono il senso, i filosofi furono l'intelletto dell'umana sapienza.
LIBRO TERZO
DELLA DISCOVERTA DEL VERO OMERO.
Quantunque la sapienza poetica, nel libro precedente già dimostrata essere stata la sapienza volgare de' popoli della Grecia, prima poeti teologi e poscia eroici, debba ella portare di séguito necessario che la sapienza d'Omero non sia stata di spezie punto diversa; però, perché Platone ne lasciò troppo altamente impressa l'oppenione che fusse egli fornito di sublime sapienza riposta (onde l'hanno seguìto a tutta voga tutti gli altri filosofi, e sopra gli altri Plutarco ne ha lavorato un intiero libro), noi qui particolarmente ci daremo ad esaminare se Omero mai fusse stato filosofo; sul qual dubbio scrisse un altro intiero libro Dionigi Longino, il quale da Diogene Laerzio nella Vita di Pirrone sta mentovato.
1.
DELLA SAPIENZA RIPOSTA C'HANNO OPPINATO D'OMERO.
Perché gli si conceda pure ciò che certamente deelesi dare, ch'Omero dovette andar a seconda de' sensi tutti volgari, e perciò de' volgari costumi della Grecia, a' suoi tempi barbara, perché tali sensi volgari e tai volgari costumi danno le propie materie a' poeti. E perciò gli si conceda quello che narra: - estimarsi gli dèi dalla forza, - come dalla somma sua forza Giove vuol dimostrare, nella favola della gran catena, ch'esso sia il re degli uomini e degli dèi, come si è sopra osservato; sulla qual volgar oppenione fa credibile che Diomede ferisce Venere e Marte con l'aiuto portatogli da Minerva, la quale, nella contesa degli dèi, e spoglia Venere e percuote Marte con un colpo di sasso (tanto Minerva nella volgar credenza era dea della filosofia! e sì ben usa armadura degna della sapienza di Giove!
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