Ond'è che Achille, ove dà la cena a Priamo, esso fende l'agnello e Patroclo poi l'arroste, apparecchia la mensa e vi pone sopra il pane dentro i canestri: perché gli eroi non celebravano banchetti che non fussero sagrifizi, dov'essi dovevano esser i sacerdoti. E ne restarono a' latini «epulæ», ch'erano lauti banchetti e, per lo più, che celebravano i grandi; ed «epulum», che dal pubblico si dava al popolo, e la «cena sagra», in cui banchettavano i sacerdoti detti «epulones». Perciò Agamennone esso uccide i due agnelli, col qual sagrifizio consagra i patti della guerra con Priamo. Tanto allora era magnifica cotal idea, ch'ora ci sembra essere di beccaio! Appresso dovettero venire le carni allesse, ch'oltre al fuoco hanno di bisogno dell'acqua, del caldaio e, con ciò, del treppiedi; delle quali Virgilio fa anco cibar i suoi eroi, e gli fa con gli schidoni arrostir le carni. Vennero finalmente i cibi conditi, i quali, oltre a tutte le cose che si son dette, han bisogno de' condimenti, - Ora, per ritornar alle cene eroiche d'Omero, benché lo più dilicato cibo de' greci eroi egli descriva esser farina con cascio e mèle, però per due comparazioni si serve della pescagione; ed Ulisse, fintosi poverello, domandando la limosina ad un de' proci, gli dice che gli dèi agli re ospitali, o sien caritatevoli co' poveri viandanti, danno i mari pescosi, o sia abbondanti di pesci, che fanno la delizia maggior delle cene.
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Finalmente (quel che più importa al nostro proposito) Omero sembra esser venuto in tempi ch'era già caduto in Grecia il diritto eroico e 'ncominciata a celebrarsi la libertà popolare, perché gli eroi contraggono matrimoni con istraniere e i bastardi vengono nelle successioni de' regni.
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