XXVII
Altronde dimostrammo sopra nella Sapienza poetica che i sensi di sapienza riposta da' filosofi, i quali vennero appresso, s'intrusero dentro le favole omeriche.
XXVIII
Ma, siccome la sapienza riposta non è che di pochi uomini particolari, così il solo decoro de' caratteri poetici eroici, ne' quali consiste tutta l'essenza delle favole eroiche, abbiamo testé veduto che non posson oggi conseguirsi da uomini dottissimi in filosofie, arti poetiche ed arti critiche. Per lo qual decoro dà Aristotile il privilegio ad Omero d'esser innarrivabili le di lui bugie; ch'è lo stesso che quello, che gli dà Orazio, d'esser innimitabili i di lui caratteri.
6.
PRUOVE FILOLOGICHE PER LA DISCOVERTA DEL VERO OMERO.
Con questo gran numero di pruove filosofiche, fatte buona parte in forza della critica metafisica sopra gli autori delle nazioni gentili, nel qual numero è da porsi Omero, perocché non abbiamo certamente scrittor profano che sia più antico di lui, come risolutamente il sostiene Giuseffo ebreo, si congiugnan ora queste pruove filologiche:
I
Che tutte l'antiche storie profane hanno favolosi i princìpi.
II
Che i popoli barbari, chiusi a tutte l'altre nazioni del mondo, come furono i germani antichi e gli americani, furono ritruovati conservar in versi i princìpi delle loro storie, conforme si è sopra veduto.
III
Che la storia romana si cominciò a scrivere da' poeti.
IV
Che ne' tempi barbari ritornati i poeti latini ne scrissero l'istorie.
V
Che Maneto, pontefice massimo egizio, portò l'antichissima storia egiziaca scritta per geroglifici ad una sublime teologia naturale.
| |
Sapienza Aristotile Omero Orazio Omero Giuseffo Maneto
|