XXIII
Quasi tutti i popoli della Grecia il vollero lor cittadino, come si è osservato pur sopra.
XXIV
Sopra si son arrecate forti congetture l'Omero dell'Odissea essere stato dell'occidente di Grecia verso mezzodì, e quello dell'Iliade essere stato dell'oriente verso settentrione.
XXV
Non se ne sa nemmeno l'età.
XXVI
E l'oppenioni ne sono sì molte e cotanto varie, che 'l divario è lo spazio di quattrocensessant'anni, ponendolo, dalle sommamente opposte tra loro, una a' tempi della guerra di Troia, l'altra verso i tempi di Numa.
XXVII
Dionigi Longino, non potendo dissimulare la gran diversità degli stili de' due poemi, dice che Omero essendo giovine compose l'Iliade e vecchio poi l'Odissea: particolarità invero da sapersi di chi non si seppero le due cose più rilevanti nella storia, che sono prima il tempo e poi il luogo, delle quali ci ha lasciato al buio, ove ci narra del maggior lume di Grecia.
XXVIII
Lo che dee togliere tutta la fede ad Erodoto, o chi altro ne sia l'autore, nella Vita d'Omero, ove ne racconta tante belle varie minute cose, che n'empie un giusto volume; ed alla Vita che ne scrisse Plutarco, il qual, essendo filosofo, ne parlò con maggiore sobrietà.
XXIX
Ma forse Longino formò cotal congettura, perché Omero spiega nell'Iliade la collera e l'orgoglio d'Achille, che sono propietà di giovani, e nell'Odissea narra le doppiezze e le cautele di Ulisse, che sono costumi di vecchi.
XXX
È pur tradizione che Omero fu cieco, e dalla cecità prese sì fatto nome, ch'in lingua ionica vuol dir «cieco».
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