Talché a' tempi d'Omero giovine a' popoli della Grecia piacquero la crudezza, la villania, la ferocia, la fierezza, l'atrocità: a' tempi d'Omero vecchio già gli dilettavano i lussi d'Alcinoo, le delizie di Calipso, i piaceri di Circe, i canti delle sirene, i passatempi de' proci e di, nonché tentare, assediar e combattere le caste Penelopi; i quali costumi, tutti ad un tempo, sopra ci sembrarono incompossibili. La qual difficultà poté tanto nel divino Platone che, per solverla, disse che Omero aveva preveduti in estro tali costumi nauseanti, morbidi e dissoluti. Ma egli, così, fece Omero uno stolto ordinatore della greca civiltà, perché, quantunque gli condanni, però insegna i corrotti e guasti costumi, i quali dovevano venire dopo lungo tempo ordinate le nazioni di Grecia, affinché, affrettando il natural corso che fanno le cose umane, i greci alla corrottella più s'avacciassero.
VI
In cotal guisa si dimostra l'Omero autor dell'Iliade avere di molt'età preceduto l'Omero autore dell'Odissea.
VII
Si dimostra che quello fu dell'oriente di Grecia verso settentrione, che cantò la guerra troiana fatta nel suo paese; e che questo fu dell'occidente di Grecia verso mezzodì, che canta Ulisse, ch'aveva in quella parte il suo regno.
VIII
Così Omero, sperduto dentro la folla de' greci popoli, non solo si giustifica di tutte le accuse che gli sono state fatte da' critici, e particolarmente:
IX
delle vili sentenze,
X
de' villani costumi,
XI
delle crude comparazioni,
XII
degl'idiotismi,
XIII
delle licenze de' metri,
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