I quali generi fantastici, con avvezzarsi poscia la mente umana ad astrarre le forme e le propietà da' subbietti, passarono in generi intelligibili, onde provennero appresso i filosofi; da' quali poscia gli autori della commedia nuova, la quale venne ne' tempi umanissimi della Grecia, presero i generi intelligibili de' costumi umani e ne fecero ritratti nelle loro commedie.
Finalmente si ritruovarono i volgari caratteri, i quali andarono di compagnia con le lingue volgari: poiché, come queste si compongono di parole, che sono quasi generi de' particolari co' quali avevan innanzi parlato le lingue eroiche (come, per l'esemplo sopra arrecato, della frase eroica «mi bolle il sangue nel cuore», ne fecero questa voce: «m'adiro»); così di cenventimila caratteri geroglifici, che, per esemplo, usano fin oggi i chinesi, ne fecero poche lettere, alle quali, come generi, si riducono le cenventimila parole delle quali i chinesi compongono la loro lingua articolata volgare. Il qual ritruovato è certamente un lavoro di mente ch'avesse più che dell'umana; onde sopra udimmo Bernardo da Melinckrot ed Ingewaldo Elingio che 'l credono ritruovato divino. E tal comun senso di maraviglia è facile ch'abbia mosso le nazioni a credere ch'uomini eccellenti in divinità avesser loro ritruovate sì fatte lettere, come san Girolamo agl'illiri, come san Cirillo agli slavi, come altri ad altre, conforme osserva e ragiona Angelo Rocha nella Biblioteca vaticana, ove gli autori delle lettere, che diciamo «volgari», coi lor alfabeti sono dipinti.
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