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      Appresso, avendo a venire le repubbliche popolari, che naturalmente son aperte, generose e magnanime (dovendovi comandare la moltitudine, ch'abbiam dimostro naturalmente intendersi dell'equità naturale), vennero con gli stessi passi le lingue e le lettere che si dicon «volgari» (delle quali, come sopra dicemmo, è signora la moltitudine), e con quelle comandarono e scrisser le leggi, e naturalmente se n'andò a pubblicar il segreto: ch'è 'l «ius latens», che Pomponio narra non avere sofferto più la plebe romana, onde volle le leggi descritte in tavole, poich'eran venute le lettere volgari da' greci in Roma, come si è sopra detto. Tal ordine di cose umane civili finalmente si truovò apparecchiato per gli Stati monarchici, ne' quali i monarchi vogliono ministrate le leggi secondo l'equità naturale e, 'n conseguenza, conforme l'intende la moltitudine, e perciò adeguino in ragione i potenti co' deboli: lo che fa unicamente la monarchia. E l'equità civile, o ragion di Stato, fu intesa da pochi sappienti di ragion pubblica e, con la sua eterna propietà, è serbata arcana dentro de' gabinetti.
     
      X
     
      TRE SPEZIE DI GIUDIZI.
     
     
      1.
     
      PRIMA SPEZIE: GIUDIZI DIVINI.
     
      Le spezie de' giudizi furono tre.
      La prima di giudizi divini, ne' quali, nello stato che dicesi «di natura» (che fu quello delle famiglie), non essendo imperi civili di leggi, i padri di famiglia si richiamavano agli dèi de' torti ch'erano stati lor fatti (che fu, prima e propiamente, «implorare deorum fidem»), chiamavano in testimoni della loro ragion essi dèi (che fu, prima e propiamente, «deos obtestari»). E tali accuse o difese furono, con natia propietà, le prime orazioni del mondo, come restò a' latini «oratio» per «accusa» o «difesa»: di che vi sono bellissimi luoghi in Plauto e 'n Terenzio, e ne serbò due luoghi d'oro la legge delle XII Tavole, che sono «furto orare» e «pacto orare» (non «adorare», come legge Lipsio), nel primo per «agere» e nel secondo per «excipere»; talché da queste orazioni restaron a' latini detti «oratores» coloro ch'arringano le cause in giudizio.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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