Delle quali consagrazioni molte passarono nella legge delle Xll Tavole: come «consagrato a Giove» chi aveva violato un tribuno della plebe, «consagrato agli dèi de' padri» il figliuolo empio, «consagrato a Cerere» chi aveva dato fuoco alle biade altrui, il quale fusse bruciato vivo (si veda crudeltà di pene divine, somigliante all'immanità, ch'abbiamo nelle Degnità detto, dell'immanissime streghe!), che debbon essere state quelle sopra da Plauto dette «Saturni hostiæ».
Con questi giudizi praticati privatamente, usciron popoli a far le guerre che si dissero «pura et pia bella», e si facevano «pro aris et focis», per le cose civili come pubbliche così private, col qual aspetto di divine si guardavano tutte le cose umane. Onde le guerre eroiche tutt'erano di religione, perché gli araldi, nell'intimarle, dalle città, alle quali le portavano, chiamavan fuori gli dèi e consagravano i nemici agli dèi. Onde gli re trionfati erano da' romani presentati a Giove Feretrio nel Campidoglio e dappoi s'uccidevano, sull'esemplo de' violenti empi, ch'erano stati le prime ostie, le prime vittime, ch'aveva consagrato Vesta sulle prime are del mondo: e i popoli arresi erano considerati uomini senza dèi, sull'esemplo de' primi famoli: onde gli schiavi, come cose inanimate, in lingua romana si dissero «mancipia» ed in romana giurisprudenza si tennero «loco rerum».
2.
COROLLARIO: DE' DUELLI E DELLE RIPRESAGLIE.
Talché furon una spezie di giudizi divini, nella barbarie delle nazioni, i duelli, che dovettero nascere sotto il governo antichissimo degli dèi e condursi per lunga età dentro le repubbliche eroiche.
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Xll Tavole Giove Cerere Degnità Plauto Giove Feretrio Campidoglio Vesta
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