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      Così quelli auspìci, che fondarono gl'imperi paterni monarchici a' padri nello stato delle famiglie e apparecchiarono e conservarono loro i regni aristocratici nell'eroiche città e, comunicari loro, produssero le repubbliche libere alle plebi de' popoli (come la storia romana apertamente lo ci racconta), finalmente legittimano le conquiste, con la fortuna dell'armi, a' felici conquistatori. Lo che tutto non può provenire altronde che dal concetto innato della provvedenza c'hanno universalmente le nazioni, alla quale si debbono conformare, ove vedono affliggersi i giusti e prosperarsi gli scellerati, come nell'Idea dell'opera altra volta si è detto.
     
      3.
     
      SECONDA SPEZIE: GIUDIZI ORDINARI.
     
      I secondi giudizi, per la recente origine da' giudizi divini, furono tutti ordinari, osservati con una somma scrupolosità di parole, che da giudizi, innanzi stati, divini dovette restar detta «religio verborum»; conforme le cose divine universalmente son concepute con formole consagrate, che non si possono d'una letteruccia alterare; onde delle antiche formole dell'azioni si diceva: «qui cadit virgula, caussa cadit». Ch'è 'l diritto naturale delle genti eroiche, osservato naturalmente dalla giurisprudenza romana antica, e fu il «fari» del pretore, ch'era un parlar innalterabile, dal quale furono detti «dies fasti» i giorni ne' quali rendeva ragion il pretore. La quale, perché i soli eroi ne avevano la comunione nell'eroiche aristocrazie, dev'esser il «fas deorum» de' tempi ne' quali, come sopra abbiamo spiegato, gli eroi s'avevano preso il nome di «dèi», donde poi fu detto «Fatum» sopra le cose della natura l'ordine ineluttabile delle cagioni che le produce, perché tale sia il parlare di Dio: onde forse agl'italiani venne detto «ordinare», ed in ispezie in ragionamento di leggi, per «dare comandi che si devono necessariamente eseguire».


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Idea Dio