Onde, per ignorazione di queste cose, Giustiniano nell'Istituta dice che la legge delle XII Tavole con la voce «adgnatus» avesse chiamati egualmente gli agnati maschi e l'agnate femmine, e che poi la giurisprudenza mezzana avesse irrigidito essa legge, restrignendola alle sole sorelle consanguinee; lo che dev'esser avvenuto tutto il contrario, e che prima avesse steso la parola «suus» alle figliuole ancor di famiglia, e dipoi la voce «adgnatus» alle sorelle consanguinee. Ove a caso, ma però bene, tal giurisprudenza vien detta «media», perch'ella da questi casi incominciò a rallentare i rigori della legge delle XII Tavole: la qual venne dopo la giurisprudenza antica, la quale n'aveva custodito con somma scrupolosità le parole, siccome dell'una e dell'altra appieno si è sopra detto.
Ma, essendo passato l'imperio da' nobili al popolo, perché la plebe pone tutte le sue forze, tutte le sue ricchezze, tutta la sua potenza nella moltitudine de' figliuoli, s'incominciò a sentire la tenerezza del sangue, ch'innanzi i plebei delle città eroiche non avevano dovuto sentire, perché generavano i figliuoli per fargli schiavi de' nobili, da' quali erano posti a generare in tempo ch'i parti provenissero nella stagione di primavera, perché nascessero non solo sani, ma ancor robusti (onde se ne dissero «vernæ», come vogliono i latini etimologi, da' quali, come si è detto sopra, le lingue volgari furono dette «vernaculæ»), e le madri dovevano odiargli anzi che no, siccome quelli de' quali sentivano il solo dolore nel partorirgli e le sole molestie nel lattargli, senza prenderne alcun piacere d'utilità nella vita.
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