Però qui è da ammirare la romana gravità e sapienza: che, in queste vicende di stati, i pretori e i giureconsulti si studiarono a tutto loro potere che di quanto meno e con tardi passi s'impropiassero le parole della legge delle XII Tavole. Onde forse per cotal cagione principalmente l'imperio romano cotanto s'ingrandì e durò: perché, nelle sue vicende di stato, proccurò a tutto potere di star fermo sopra i suoi princìpi, che furono gli stessi che quelli di questo mondo di nazioni; come tutti i politici vi convengono che non vi sia miglior consiglio di durar e d'ingrandire gli Stati. Così la cagione, che produsse a' romani la più saggia giurisprudenza del mondo (di che sopra si è ragionato), è la stessa che fece loro il maggior imperio del mondo; ed è la cagione della grandezza romana, che Polibio, troppo generalmente, rifonde nella religione de' nobili, al contrario Macchiavello nella magnanimità della plebe, e Plutarco, invidioso della romana virtù e sapienza, rifonde nella loro fortuna nel libro De fortuna romanorum, a cui per altre vie meno diritte Torquato Tasso scrisse la sua generosa Risposta.
XIII
ALTRE PRUOVE PRESE DAL TEMPERAMENTO DELLE REPUBBLICHE, FATTO DEGLI STATI DELLE SECONDE COI GOVERNI DELLE PRIMIERE
1.
Per tutte le cose che in questo libro si sono dette, con evidenza si è dimostrato che, per tutta l'intiera vita onde vivon le nazioni, esse corrono con quest'ordine sopra queste tre spezie di repubbliche, o sia di Stati civili, e non più: che tutti mettono capo ne' primi, che furon i divini governi; da' quali, appo tutte, incominciando (per le Degnità sopra poste come princìpi della storia ideal eterna), debbe correre questa serie di cose umane, prima in repubbliche d'ottimati, poi nelle libere popolari e finalmente sotto le monarchie: onde Tacito, quantunque non le veda con tal ordine, dice (quale nell'Idea dell'opera l'avvisammo) che, oltre a queste tre forme di Stati pubblici, ordinate dalla natura de' popoli, l'altre di queste tre, mescolate per umano provvedimento, sono più da disiderarsi dal cielo che da potersi unquemai conseguire, e, se per sorte ve n'hanno, non sono punto durevoli.
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