Pagina (474/534)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mentre i padri si conservarono cotal autorità di dominio dentro gli ordini loro regnanti, finché le plebi de' loro popoli eroici, per leggi di essi padri, riportarono comunicati loro il dominio certo de' campi, i connubi, gl'imperi, i sacerdozi e, co' sacerdozi, la scienza ancor delle leggi, le repubbliche durarono aristocratiche. Ma, poi che esse plebi dell'eroiche città, divenute numerose ed anco agguerrite (che mettevano paura a' padri, che nelle repubbliche di pochi debbon essere pochi) ed assistite dalla forza (ch'è la loro moltitudine), cominciarono a comandare leggi senza autorità de' senati, si cangiarono le repubbliche, e da aristocratiche divennero popolari: perché non potevano pur un momento vivere ciascuna con due potestà somme legislatrici, senza essere distinte di subbietti, di tempi, di territori, d'intorno a' quali, ne' quali e dentro i quali dovessero comandare le leggi: come con la legge Publilia, perciò, Filone dittatore dichiarò la repubblica romana essersi per natura fatta già popolare. In tal cangiamento, perché l'autorità di dominio ritenesse ciò che poteva della cangiata sua forma, ella naturalmente divenne autorità di tutela (siccome la potestà c'hanno i padri sopra i loro figliuoli impuberi, morti essi, diviene in altri autorità di tutori); per la quale autorità, i popoli liberi, signori de' lor imperi, quasi pupilli regnanti, essendo di debole consiglio pubblico, essi naturalmente si fanno governare, come da' tutori, da' lor senati; e sì furono repubbliche libere per natura, governate aristocraticamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
pagine 534

   





Publilia Filone