E 'l corpo dell'imperio germanico è egli un sistema di molte città libere e di sovrani principi, il cui capo è l'imperadore, e nelle faccende che riguardano lo stato di esso imperio si governa aristocraticamente.
E qui è da osservare che sovrane potenze, unendosi in leghe, o in perpetuo o a tempo, vengon esse di sé a formare Stati aristocratici, ne' quali entrano gli anziosi sospetti propi dell'aristocrazie, come si è sopra dimostro. Laonde, essendo questa la forza ultima degli Stati civili (perché non si può intendere in civil natura uno Stato il quale a sì fatte aristocrazie fusse superiore), questa stessa forma debb'essere stata la prima, ch'a tante pruove abbiamo dimostrato in quest'opera che furono aristocrazie di padri, re sovrani delle loro famiglie, uniti in ordini regnanti nelle prime città. Perché questa è la natura de' princìpi: che da essi primi incomincino ed in essi ultimi le cose vadano a terminare.
Ora ritornando al proposito, oggi in Europa non sono d'aristocrazie più che cinque, cioè Vinegia, Genova, Lucca in Italia, Ragugia in Dalmazia e Norimberga in Lamagna, e quasi tutte son di brevi confini. Ma dappertutto l'Europa cristiana sfolgora di tanta umanità, che vi si abbonda di tutti i beni che possano felicitare l'umana vita, non meno per gli agi del corpo che per gli piaceri così della mente come dell'animo. E tutto ciò in forza della cristiana religione, ch'insegna verità cotanto sublimi che vi si sono ricevute a servirla le più dotte filosofie de' gentili, e coltiva tre lingue come sue: la più antica del mondo, l'ebrea; la più dilicata, la greca; la più grande, ch'è la latina.
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