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      La città si presenta bellina, con un ordine di case bianche di stile puramente arabo, circondate da acqua, collo sfondo di bellissime montagne che fanno un effetto assai curioso sorgendo direttamente dalla pianura, senza contrafforti, senza nessuna linea di alture che si vadano poco a poco elevando. La posizione è assai originale, essendo il villaggio piantato su d'un isolotto di poche migliaia di metri quadrati di superficie, banco corallino, che appena si innalza dal livello del mare, circondato da un canale di un centinaio di metri di larghezza, poi ancora da terra ferma che ha così l'apparenza, se mi è permesso il confronto, di racchiudere l'isolotto, come un granchio tien racchiuso la preda fra le due zanne. A est, il canale pel quale entrammo, e che porta al mare libero, ad ovest una diga che mette in comunicazione diretta colla terra ferma.
      All'interno nessuna regolarità: qualche piazza dove si tengono i mercati, qualche via coperta da logore stuoie per difendere dalla sferza del sole, cui si dà il titolo di bazar e dove si vendono gli elementi più che necessarii, indispensabili all'esistenza, alcune case di stile arabo, terminate a terrazze col davanzale frastagliato e ornate di finestre e balconi a lavori di intaglio in legno molto caratteristici; qualche piccola torre e qualche minareto da dove si spande la tremula voce del Muezzin che ad ore fisse chiama i divoti alla preghiera. È questo il quartiere abitato dagli arabi commercianti od impiegati, e dai pochi europei che vi tengono i loro affari; dietro abbiamo subito tugurii di legno e fango, circondati da palizzate di stuoie, abitati dagli indigeni.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Muezzin