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      Seguitiamo sempre camminando nel letto del torrente dove alle volte scorre acqua, e di quando in quando scompare sprofondandosi nella molle sabbia che ne rende tanto faticoso il camminarvi. Le due sponde del torrente sono coperte da folta vegetazione che dev'essere piena di caccia, ma è impossibile il penetrarvi: folta ma non molta grandiosa però, specialmente sulle alture circostanti dove la si vede stanca per lunga sete. Subito dopo l'epoca delle piogge dev'essere di una frescura sorprendente. Siamo circondati da montagne non molto alte, di natura vulcanica, roccia cupa, molti detriti, acacie nane, qualche grossa euforbia, qualche boabab spoglio affatto di foglie, col tronco enorme e rami tozzi, qualche arbusto dalle foglie grigiastre e carico di grosse pallottole verdi contenenti i semi, e presso l'acqua canneti, papiri ed altra vegetazione che ama l'umidità. Di quando in quando la vallata si restringe fino a lasciare solo uno stretto passaggio fra rocce quasi verticali e poco discoste, per poi ritrovarci in bacini ancora assai vasti. La notte arriva e il procedere lento e cadenzato della carovana assume un aspetto veramente imponente, cui la cantilena dei camellieri che intonano le loro preghiere dà un carattere assolutamente maestoso e misterioso.
      Si fa perfetto buio, troviamo passaggi piuttosto difficili, dove i camelli a stento trovano ove posare i loro piedi fatti per calcare le sabbie del deserto: nell'ombra della notte si capisce che bella dev'essere la natura che ne circonda, e come viaggiatori ne duole perderne la vista, ma i nostri camellieri, timorosi forse di fermarsi soli, sono sordi alle nostre domande e ai nostri ordini, e colla scusa della mancanza d'acqua ci fanno camminare fin dopo le otto, fin quando cioè si fermò l'altra carovana.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284