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      Bisogna che noi conosciamo, mi diceva, l'anatomia dello spirito degli individui per prepararli al cristianesimo; abbiamo pressochè delle bestie che bisogna rendere uomini prima di farne dei cristiani, perchè la civiltà e la religione devono baciarsi in fronte ed essere sorelle alla scienza.
      Nobili massime queste, e si può aver piena persuasione del quanto siano vere e praticate, quando si videro i sagrificii ai quali questi martiri si espongono, la rassegnazione colla quale li sopportano, l'entusiasmo col quale sono sempre disposti ad affrontarne altri. Una prova la si può avere leggendo il libro da poco pubblicato, delle Memorie di padre Beltrame, che fu compagno al Comboni nell'avventurarsi in quelle vergini contrade colla fede per guida e la croce per difesa.
      Il giorno 19 essendo domenica, assistemmo alla messa, che fu per vero dire soggetto di distrazione più che di divozione; era detta da convertiti Abissinesi che recitano le loro orazioni nella lingua madre, e vestono una lunga pellegrina come anticamente si usava nel servizio religioso; i chierici erano pure indigeni e vestiti di rosso; le candele anch'esse nere, perchè fatte con cera del paese non purificata. L'insieme era assai originale.
      Tutti i giorni e spesso anche la notte abbiamo accompagnamenti di canti e tamburi per qualche fantasia. Se ne fanno per nascite, per morti, per guarigioni, per matrimonii, per tutte le feste del loro calendario, e alle volte si continuano fin quindici giorni, per cui lascio immaginare che gazzarra continua.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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