Ogni gruppo di capanne è circondato da una siepe di piante spinose, svelte e secche; appena giunti e scaricate le mule, ce ne andiamo cercando nella caccia il necessario pel pranzo, ma allontanati appena da poco dal campo, siamo sorpresi da un acquazzone veramente torrenziale; ritorniamo e ci ricoveriamo sotto la tenda dei Naretti. Qualcuno dei camelli arriva, e con loro la cattiva notizia che nella salita cinque sono caduti esausti e non possono continuare, per cui siamo costretti di mandare muli e buoi, che verso sera tornano colle casse, delle quali per buona sorte nessuna sofferse. Continua un vero diluvio e da ogni lato siamo circondati da nubi e nebbie; nel campo tutto si bagna, il suolo si fa pantanoso, i poveri servi, coperti come sono da un meschino pezzo di tela, non sanno dove ricoverarsi; l'appetito si fa sentire, ma non si possono tener accesi i fuochi tanto è l'infuriare della pioggia. Il naib fa mettere a nostra disposizione una capanna, ma tanto piccola e lontana dalle nostre robe che non possiamo approfittarne, per cui piantiamo anche noi la nostra tenda, e sotto questa siamo forzati di accendere i fuochi per la cucina. Non è a credersi la massa di noie e di imbarazzi nel trovarsi così sorpresi da un cattivo tempo che perdura; nello spazio di un'ora ho avuto una tale lezione su quanto è necessario in questi viaggi, che davvero non dimenticherò mai più; spero anzi mi possa tornar utile in altre occasioni.
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Quando si va ad avventurarsi in viaggi di esplorazione, arriva il giorno in cui tutto, provviste ed equipaggiamento, può essere esaurito, ed allora è forza aiutarsi agli usi del paese, vivere da bestia più che da uomo, e bisogna anzi esservi preparati; ma quando si intraprende invece un viaggio che ha la pomposa etichetta di viaggio in Africa, ma che deve limitarsi a paesi dal più al meno già noti agli Europei, e dei quali si possono e si dovrebbero ben conoscere gli usi e i costumi, il trovarsi il bel primo giorno nelle circostanze in cui ci trovammo noi, è proprio cosa ridicola, perchè merito non se ne acquista di certo, la spedizione non ne ha vantaggio alcuno, anzi danno, perchè ci va di mezzo la salute di chi viaggia, e d'altronde impone a queste popolazioni il far vedere come si viva da gente civilizzata.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Naretti Africa Europei
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