E qui non credo inutile ripetere un consiglio a chi volesse intraprendere simile viaggio, di procurarsi cioè a Massaua tutte le mule necessarie alla carovana e rendersi così indipendente da questi mezzi di trasporto noiosi, dispendiosi e poco sicuri.
Finalmente alle dodici e mezza partiamo noi pure in coda alla maggior parte del bagaglio, lasciando due dei nostri a cura di quello che restava. Si prosegue su terreno ondulato, avvicinandosi in direzione ovest ai monti, fra folta vegetazione. Dopo un'ora siamo in un allargo di vallata detto Sabarguma, dove il naib e i condottieri dei buoi vorrebbero fermarsi, ma i nostri servi trovano pericoloso il farlo per le febbri, a causa dell'umidità della posizione; d'altronde ci pare ridicolo far sosta dopo sì breve tappa, e facciamo quindi proseguire tutta la carovana. Ci ingolfiamo nelle vallate, e cominciamo un'ertissima salita: dai due lati foltissime foreste.
Il vecchio Desta, un abissinese nostro servo fin dai primi giorni che giungemmo a Massaua, un bel tipo originale, sempre disposto allo scherzo e pazzo per portare un fucile, cammina alla testa della carovana e ci racconta le sue prodezze nell'ultima guerra, pretendendo aver fatto saltare la testa a quattro soldati egiziani, portando, nel dirlo, l'indice alla bocca poi al traverso della gola, quasi aggiungendo di fare che l'eco non si ripercuota, per non averne tagliata la testa; ma giunti al preteso confine abissinese, fece quattro capriole di gioia, gridò forte le sue prodezze e fece un'invocazione alla sua patria, al suo re, alla libertà. La pioggia comincia dirotta più che mai, e ne è forza godercela in santa pace.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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