Giovedì 20. Per essere pronti a qualche agguato che ci possono aver teso i galantuomini della notte scorsa, facciamo procedere la carovana riunita e noi ci dividiamo alla testa, al centro e alla coda.
Sempre la stessa natura che offre poco di interessante e di piacevole: quasi insensibilmente si va discendendo su terreno leggermente ondulato. Raggiunto un vasto altipiano in gran parte coltivato a dura, alle dodici e mezzo mettiamo il campo presso il villaggio di Godofelassi. La popolazione viene in massa a circondarci, a spiare e mettere ad ogni prova la nostra pazienza. Dapprincipio ci negano l'acqua per abbeverare le nostre mule, ma colla fermezza otteniamo questa concessione. Villaggio e abitanti sono il vero emblema della miseria. Le case sono costituite da una siepe od un muro circolare alto poco più di mezzo metro, e coperto da un tetto conico di paglia: mobilia nè attrezzi niente; un disordine e un sudiciume superiori ad ogni credere: nel centro del villaggio la chiesa, di costruzione eguale alle abitazioni, ma più grande con una croce cofta al vertice del tetto, e circondata da euforbie popolate da centinaia di piccioni che si ritengono sacri e che nessuno oserebbe toccare. Molti di questi però, ignari d'un asilo tanto sicuro, abitano le campagne circostanti, e ci forniscono un eccellente pranzo.
I nostri boari di Asmara finiscono qui il loro servizio e ci domandano un prezzo enorme per proseguire, quindi sarà forza procurarcene altri e perdere ancora almeno domani per le trattative.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Godofelassi Asmara
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