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      Un reggimento di ragazzetti ci seguono offrendosi a portare la caccia per avere le cartucce bruciate che per loro sono qualcosa di splendido, come curiosità e come ornamento da appendere al collo.
      Mentre pranziamo alcuni bambini ci danno lo spettacolo di una finta lotta, simulando attacchi e parate con tanta maestria ed atteggiandosi con tanta eleganza e tanta disinvoltura, da ricordarci i gladiatori nel circo, mostrandoci come sia innata in questa popolazione la passione del maneggio nelle armi.
      Sabato 22. Stiamo aspettando i buoi, ma arrivano invece soli i loro padroni che ci invitano a preparare le casse ben divise e legate per partire domani per tempo: per quanto strepitiamo bisogna rassegnarci alla loro volontà. Alcuni che si pretendono autorità del paese vengono di quando in quando, sempre seguiti dal servo che porta le armi, a confabulare promettendoci la loro assistenza, ma tutto questo non per generosità loro, ma per carpire qualche regaluccio. Non ho mai visto gente più indiscreta, insistente e interessata di questa.
      Una ventina di pretesi soldati, parte a piedi e parte a mulo, partono per inseguire un ladro che si dice fu visto nei dintorni: sucidi e laceri marciano nel più perfetto disordine: chi armato di fucile, chi di lancia, chi di spada, tutti poco vestiti, ma tutti diversamente vestiti, ricordavano insieme una mascherata e una compagnia di banditi.
      È frequente un cespuglio spinoso, a foglia grigia, elegante, coperto da fiori gialli, e leggermente odorosi, che dal nostro dizionario pare dovrebbe essere un cheirantus.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284