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      Percorsa presso a poco la stessa nostra strada, lasciò una retroguardia di cinquecento uomini, portò il grosso delle truppe nel punto ove oggi mettiamo le tende e lo accampò fra immensi blocchi di granito formandosi quasi una trincea di questi e di tronchi spinosi, e spedì in avanti un piccolo corpo a ricognizione. Giunto questo nelle vicinanze del Mareb, incontrò le prime truppe degli Abissinesi che forti di circa 20,000 uomini si erano mossi contro l'esercito invasore.
      Ebbe luogo una scaramuccia che fece poche vittime perchè gli Egiziani si ritirarono sopraffatti dal numero e obbligati di portare al quartiere generale la notizia della vicinanza del nemico. Dal canto suo questi ubbidì pure a sì elementare principio di tattica, e tutto l'esercito guidato da re Giovanni mosse a marcia forzata verso Guda-Guddi.
     
      [vedi figura]
     
      Gli Egiziani erano bene armati, disciplinati, comandati e istruiti da ufficiali europei, possedevano anche cannoni; gli Abissinesi invece avevano pochi fucili, vere anticaglie, lance e sciabole alquanto rozze, ma erano animati dalla voce risoluta del loro sovrano, spinti dall'odio contro chi quasi in segno di sprezzo li aveva così aggrediti, accecati da fanatismo religioso.
      La lotta fu terribile, e finì con un massacro, non con una vittoria. Non si calcolano le vittime da parte dei vincitori, basti dire che degli Egiziani sette soli riuscirono colla fuga a raggiungere la retroguardia, uno solo dei feriti potè nascondersi e guarito vive ora in Adua, temendo un troppo severo castigo se tornasse in patria.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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