Baramascal, il capo dei servi, addetto al bagaglio, ci mette tutta la sua pazienza e la sua voce, accetta i buoi che vogliono proseguire, trova qualche buricco e qualche portatore e riesce così di combinare tutto. Fra noi, i Naretti, e qualche altra piccola carovana che ci segue sperando trovare nella nostra compagnia maggior sicurezza, abbiamo almeno un centinaio di buoi, muli e buricchi, una quarantina di indigeni che accompagnano questi animali col bagaglio, una trentina di servi ed altrettanti portatori. La carovana è ben numerosa e stupendo lo spettacolo sia della marcia, sia dell'accampamento. Appena si giunge alla tappa è un vero formicaio di uomini e di animali. Chi scarica il bagaglio, chi pensa a radunarlo: gli animali intanto, sollevati dal noioso peso se ne vanno pascolando: chi subito si mette in cerca di fieno per tenerli tranquilli la notte, chi se ne va colle pelli al vicino pozzo a prender acqua, chi a far della legna, alcuni piantano le tende, altri accende il fuoco, quello fra noi destinato alla cucina s'accinge subito al lavoro, i suoi assistenti lo aiutano a scorticare qualche lepre o spennare pernici, altri vanno in cerca di nuove vittime, i servi sgozzano il bue o il montone destinato alla giornata, quando c'è, le donne attorno ai fuochi s'accingono subito a fare il nostro pane, i servi fanno il loro, gli indigeni che accompagnano i buoi il loro; chi cuce, chi rade la testa al compagno, chi applica il ferro rovente a qualche povera mula piagata, chi si sta liberando da molesti abitatori.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Naretti
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