Marciano scalzi, rare volte con sandali: portano la lancia, se lo hanno un fucile, lo scudo in pelle da ipopotamo, spesso un rozzo spadone, quasi sempre una grossa clava che serve pei buoi: qualche anello con amuleti in pelle al braccio, alle volte qualche anello d'argento alle mani. I capelli generalmente rasi o corti, spesso le orecchie bucate e passate da un semplice filo annodato. Le abitazioni sono capanne conico-circolari costrutte con tutta la semplicità e la miseria possibili: all'interno non hanno nulla, tutto al più qualche angareb fisso al suolo, in legno, o fango e pietre: i più cuocciono il pane, che è quasi solo loro nutrimento, come già vedemmo, colla pietra calda al centro, alcuni hanno per questo uso una piastra in ferro leggermente concava. Altri utensili domestici non hanno. Solo si costruiscono rozzi vasi in terra, in forma d'anfora, entro cui conservano burro e miele. Colle pelli di capra e montone formano sacchi entro cui conservano farina, grano, sale, acqua e tutto quanto. Riempite di paglia servono come basto per buoi, muli o somari, sono la loro valigia quando viaggiano, le loro casse per mettervi le mercanzie quando vanno al mercato; se ne coprono alle volte le spalle o le avvolgono alla cintura per tutto costume. Stendono le pelli di bue per dormirvi e difendersi dall'umido e dagli insetti, se ne riparano dalla pioggia, vi mettono al coperto le loro masserizie o la roba che trasportano per forastieri, le stendono nella sabbia facendovi un'infossatura per raccogliervi acqua o per lavarvi, le tagliano a strisce per farne cinghie che per loro sono corde, le stendono su telaj di canne per farne le porte delle loro abitazioni.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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