A rompere la monotonia di queste ultime sorge isolato a sud il picco che già ci rammentò una delle più ardite vette delle nostre Alpi. Ai piedi del colle sul quale sta la città, dal lato nord-est, una pianura tagliata da una profonda fenditura in cui scorre il piccolo torrente Assam, costituisce la piazza principale, il pubblico passeggio se si vuole, e il ritrovo pei mercati. Questo torrente lambe tutta la città da questo lato, ed all'estremo ovest si unisce coll'altro di minor importanza detto Maiguagua, che scendendo da sud ad ovest delinea il confine della città da questo lato. Entrambi però sono fiumi di poco conto, l'acqua vi è poca e vi scorre lentamente, ma abbastanza limpida: all'epoca delle piogge si riempiono come si riempiono alcune altre fenditure nel suolo, che dalle campagne circostanti scendono a versarsi nell'Assam.
Le vie di Adua sono nè più nè meno di letti da torrente, senza la risorsa dell'acqua che si incaricherebbe di un pochino di pulizia: larghe in media poco più, e qualche volta meno di un metro, e tutte fiancheggiate da mura o da steccati alti da due a tre.
Di quando in quando un'apertura che mette ad un cortile, o dirò meglio recinto, in cui sono una, due, tre o più capanne o semplici tettoie rozzamente costrutte con paglia o fusti secchi di dura. Poche sono le abitazioni che hanno l'aspetto relativamente civile, cioè costrutte con mura ed un piano superiore; alcune di queste sono della solita forma cilindro-conica, altre rettangolari col tetto piatto.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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