Più avanti ecco alcuni venditori di pezzi di sale, ed a sinistra i crocchi delle madri, mogli o figli che aspettano coi somarelli il ritorno del messere che andò nella folla a cambiare i suoi prodotti con altri che gli necessitavano: pochi passi, ed eccoci nel gruppo dei venditori dei manti tessuti in paese, e così proseguendo senza una direzione fissa, alcuni negozianti di sciabole, di cartuccere, di pelli, di vecchi e sucidi bric-a-brac, di otri in terra. Verso la collina tre o quattro orefici che uniti rappresentano il valore di forse una decina di talleri in anelli d'argento, bottoni per orecchini, spilloni per testa e simili gingilli. Più sopra le venditrici delle piastre, in ferro o terra, per cuocere il pane, e accanto a loro i panieri e gli ombrelli pure intrecciati con scorza o canne palustri: di quando in quando qualche miserabile viene ad offrirci delle meschinità d'argento, dei bicchieri in corno da bue, scudi in pelle da ipopotamo, lance od altre simili cose. Parecchi colpi di tamburo richiamano la nostra attenzione verso un punto elevato: molta gente vi sta infatti radunata, molti ombrelli spiccano dalla folla: è il governatore che sta presiedendo il tribunale di giustizia: ad un secondo batter di tamburo vediamo un grande accorrere ed affollarsi di popolo. Era un bando e credo si rendesse noto alla popolazione di Adua che la si obbligava a spazzare le strade da tutte quelle immondezze che da mesi le infestano. Mi passano accanto i due incatenati che l'altro giorno comparvero al tribunale del governatore: sono accompagnati da soldati e diretti appunto al secondo interrogatorio e forse a sentirsi la sentenza: mi avvicinano e mi supplicano colle lagrime agli occhi che mi interessi a perorare per loro.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Adua
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