Non sapevo trovar ragioni alla differenza del modo in cui si portò l'armata abissinese nelle due guerre, contro gli Inglesi e contro gli Egiziani, ma con dell'insistenza nelle domande su questo argomento potei averne qualche spiegazione. Innanzi tutto contro gli Egiziani trattavasi di guerra di religione, e quando v'ha di mezzo il fanatismo tutti accorrono e si sfida indifferentemente la morte. Parecchie volte ho sentito degli Abissinesi ripetere che se venisse un'armata cristiana qualunque, resterebbero indifferenti, ma se tornassero i Mussulmani troverebbero tutti disposti a morire per respingerli. Teodoro poi, colle sue originalità e crudeltà che somigliavano a pazzie, s'era allontanato gran parte del suo popolo. Tutto il Tigré con a capo l'attuale re era favorevole agli Inglesi, lo Scioa era indipendente, il Goggiam non ancora sottomesso, e buona parte dell'Amara indignata contro il sovrano: alla battaglia, se così si può dire una semplicissima scaramuccia, di Magdala, Teodoro era seguito da pochissimi fedeli.
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La campagna degli Inglesi fu quindi presso a poco una marcia trionfale. Gran parte della popolazione che sarebbe rimasta indifferente e fors'anche all'occasione avrebbe militato in difesa del proprio paese, fu sedotta dalla massa dei talleri che si spandevano a solo titolo di corruzione.
Non ultima delle cagioni fu poi anche il panico di trovarsi la prima volta a contatto con un nemico disciplinato, armato di tutto punto e accompagnato da batterie d'artiglieria.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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