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      Questo mette una grande difficoltà allo studioso che vorrebbe, dai confronti fra le civiltà e dalle vie commerciali usate per gli scambii, dedurre la storia delle immigrazioni. Così, ad esempio troviamo, egli aggiunge, nella sacra scrittura, delle descrizioni favolose sull'oro e l'argento che si trovava in Palestina, mentre questo suolo non ne produce, e non si fa menzione alcuna da dove questi preziosi metalli provenissero.
      Montesquieu parlando dei tesori di Semiramide immagina le ricchezze dell'Impero Assiro, frutto del saccheggio di altre nazioni vinte, e che gli Assiri a loro volta distrussero e saccheggiarono, e così via, senza però venire a concludere sul paese o sul popolo che primo produceva queste fenomenali ricchezze. Quello che manca nella storia e nelle iscrizioni bisogna dunque trarlo dalla tradizione, ed è per ciò che a questa molto ci affideremo nel nostro proposito.
      Vuole una tradizione abissinese che uno dei figli di Noè, spaventato dal diluvio, attraversando l'Egitto, si sia rifugiato sul primo luogo montagnoso incontrato nella sua fuga, e vi si sia stabilito abitando co' suoi seguaci le caverne, ed i suoi pronipoti avrebbero costrutta la città di Axum poco prima della nascita di Abramo. Estendendo le loro colonie da questo centro, si spinsero poi fino ad Atbara ove si sa da Erodoto che coltivarono assai profondamente le scienze, e furono quindi detti Meroiti o abitanti di Meroe. Fu poi loro guida il Nilo per scendere a fondare Tebe, e si vorrebbe vedere la traccia del loro itinerario nelle grandi grotte abitate che si trovano lungo questo fiume sotto Meroe e sopra Tebe.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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