Alcuni cavalieri avanzano alla carriera, facendo fantasia, donne e ragazzi gridano a squarciagola, una grossa carovana fra cui spiccano il rosso, il luccicare di fucili e lance e qualche ombrellino, li segue. Chi dice essere Ghedano Mariam, chi il figlio del re che vive a Macalé a tre giorni da qui. È infatti il primo che torna da una visita al secondo, e appena giunto all'altezza del mercato scende dalla mula, e attorniato dal seguito dichiara aperto il tribunale. Finita la seduta i tamburi chiamano il pubblico a raccolta e si proclama la nomina del figlio del re a governatore generale del Tigré, e di Ghedano Mariam a suo wachil o rappresentante.
Abbiamo poi l'alto onore di ricevere una sua visita e di dover dare da bere ad una massa di seguaci che non sono mai sazii, e con una ingordigia schifosa continuano a far capire che la parola ancora e il loro ventricolo sono sempre all'ordine del giorno. Quando è servito il liquido ad un personaggio importante, questi ne versa qualche goccia nel palmo della mano di chi lo offre, il quale lo beve, come a prova che non c'è pericolo di veleno. Il più fedel servo, fatto sgabello delle proprie ginocchia a Sua Eccellenza, durante tutto il tempo della visita gli andò grattando e strofinando piedi e gambe, ciò che prova la grandezza dell'individuo e forse anche che non sono del tutto deserte quelle ascose parti degli alti dignitarii dello Stato.
Metà della popolazione venne da noi; la nostra unica camera fu letteralmente invasa e con tutta calma il governatore cominciò a trattare affari particolari coll'uno e coll'altro, come fosse a casa sua.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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