Il villaggio è detto Dibbi-bahar, a 2200 metri. La posizione è bella, il pascolo abbondante, e ciò ci rallegra, perchè prevediamo che domani si dovrà fermarsi qui in attesa dell'altra carovana. È stata oggi una vera giornata campale pel cammino e quaresimale pel pasto, chè la via fu lunga e faticosa, la colazione di un po' di chissera o pane del paese e il pranzo la stessa cosa con un po' di miele. Non si ha pericolo, almeno, di soffrire imbarazzi allo stomaco. La sera però possiamo comperare un bue che domani ci rifocillerà del digiuno d'oggi. Oltre al resto, dalle due alle tre, abbiamo avuto, come da parecchi giorni, l'accompagnamento di forti acquazzoni.
Domenica 11. Appena fatto giorno ci mettiamo in moto ed oltrepassata un'altura che ci stava alle spalle, ci troviamo sul ciglio d'una costa che per originalissima natura si innalza a fare quasi diga, che taglia un profondo vallone che sotto ci si distende.
Oltre questa la salita comincia e si va facendo sempre più dura, finchè raggiunto il pendìo del monte che ci stava di contro, si sale per tali gradinate di roccia che meglio che camminarvi bisogna arrampicarvi, e in molti punti è forza scaricare le mule e far portare il bagaglio a dorso d'uomo. Quanto faticassero uomini e mule non è a credere, e fortunatamente tutto passò senza tristi incidenti, chè un passo fallito poteva avere ben serie conseguenze. Verso le undici arriviamo al termine della salita più terribile, e ci troviamo in un piccolo altipiano, in bellissima posizione, con verdi pascoli sparsi di gruppi d'alberi, un vero parco inglese a 2750 metri.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Dibbi-bahar
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