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      Tornato al suo paese, parlando passabilmente il francese e un pochino l'inglese, fu addetto alla Corte di Teodoro, ed uno dei dodici fatti prigionieri a Magdala a fianco al cadavere del suo Sovrano; poi passò al servizio di re Giovanni.
      Giovedì 22. Verso le nove siamo chiamati a Corte e ricevuti, dove lo fummo anche l'altra volta; il re stava ancora seduto sul suo divano, e nella capanna erano una diecina dei suoi fidi e dipendenti. Entrati, facciamo un inchino, ci porge ancora la mano, ci fa dare il buon giorno, poi cominciamo la presentazione dei doni che il comitato milanese gli invia: un fucile della nostra armata con cartucce, due revolvers, un letto da campo in ferro, cuscino in seta rossa con corona reale ricamata, veluti, damaschi, panno di vario colore, fazzoletti di seta, saponi variati, candele, fiammiferi, diversi oggetti in gomma, briglia con striglia e spazzole pei cavalli, bottiglie di cristallo lavorato, alcune piene di liquori che ci invitò ad assaggiare noi, perchè fidarsi è bene e non fidarsi è meglio. Durante tutta la presentazione, con Maderakal che faceva da interprete per le spiegazioni necessarie, il re stette freddo e impassibile, e sempre con mezzo viso coperto dallo scemma; solo mostrò un po' di sorpresa e forse anche di soddisfazione allo spiegare il letto da campo e il cuscino che si gonfiava soffiandovi. Con poche parole ci ringraziò e licenziò per far entrare i due svedesi protestanti, che regalarono una pendola e un ombrello di seta rossa, privilegio del re in questo paese.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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