La mattina del martedì 27 il re ci manda a chiamare, e tenendosi al fianco uno dei capi della chiesa, ci riceve insieme ai protestanti: vuole la presentazione di quelli fra noi che partono per affari commerciali per la via del Goggiam, e di quelli che se ne vanno alle rive del lago Tzana, ci augura il buon viaggio, aggiungendo che tutto già pensò per le guide che ci devono accompagnare. Fa poi dire ai protestanti che non mutò consiglio dalla prima udienza che loro concesse, ed ingiunge che in giornata partano per raggiungere Massaua al più presto possibile, con una fermata di non più di tre giorni in Adua, assicurandoli che lungo tutta la via godranno della maggiore sicurezza. Saputo da Naretti che gli oggetti che gli avevano regalati potevano valere da cinquanta a sessanta talleri, ne diede loro cento, dicendo non se ne offendessero, che non intendeva con questo pagare i loro doni, ma solo compensarli delle spese di un viaggio fatto inutilmente.
Alle due, il cerimoniere di corte ci presenta la nostra guida assicurandoci che provvederà a tutto quanto ci sarà necessario, e ci raccomanda pazienza colle popolazioni se alle volte vorranno insultarci dandoci del turco. Ferrari, Legnani ed io volgiamo a sud-ovest, attraversiamo per lungo tratto l'accampamento, passiamo ai piedi dell'altura sulla quale sta la chiesa del Salvatore con gran sfarzo cominciata da Teodoro, proseguiamo, discendendo entro un vallone, più ad ovest, ed alle cinque la guida ci consiglia fermarci presso alcune capanne, dicendo essere lontani altri villaggi.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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