I preti tornano e gridano; ma noi gridiamo più di loro, e ci mostriamo risoluti, finchè ci destinano un tucul, al quale andiamo senza fare alcun saluto a nessuno dei presenti.
Il capo, forse intimorito, viene subito a farci una visita e ci porta del pesce, galline, birra, pane e miele.
Sabato 31. Tanto antipatica e scortese è la popolazione, altrettanto simpatico ed originale è il villaggio, nel quale si incontrano frequenti avanzi di muraglie costrutte con grossi blocchi, ciò che mi fa supporre siano resti di una piazza forte dei Portoghesi. Il lago aggiunge maggior vita al paesaggio, e non possiamo abbastanza bearci della sua vista e della sua frescura, dopo tanti mesi che l'occhio nostro non trova più a riposare su una massa di questo simpatico elemento. Sono strane le barche usate, a forma di pantofola ricurva alla punta, e costrutte con grosse canne palustri strettamente legate fra loro con scorze d'alberi. Dalla spiaggia si vedono frequenti ippopotami che sollevano le loro enormi teste fuori dall'acqua per respirare.
Tutti si mostrano così inospitali e nel trattarci e nel provvederci di quanto fu loro ordinato dalla guida nostra, che decidiamo la partenza per domani, risoluti di fare al re un rapporto che guadagni il meritato castigo a questi scortesi sacerdoti.
Quando il giorno dopo videro la nostra decisione di partire, temendo le conseguenze del nostro malcontento, vennero in processione a dichiararci la più profonda simpatia ed amicizia e prometterci che se restavamo, ci avrebbero mandato ogni sorta di viveri, ma noi ci mostrammo fermi, e caricate le mule, proseguimmo verso sud, lungo il lago, e piantammo le tende in riva a questo, dopo due ore di cammino, presso alcune meschinissime capanne basse, ristrette e totalmente coniche, costrutte con erba e canne palustri e abitate da pochi miserabili pastori.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Portoghesi
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