Pagina (259/284)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tutta la Corte era sossopra per celarlo al re, temendo avesse ad usare troppi rigori verso lo zio, e ci si dice che tutti i grandi si presentarono a Naretti con una pietra al collo, supplicandolo di non farne rapporto al Sovrano.
     
     
     
      CAPITOLO XII.
     
      Si riparte per la costa. - Arrivo di un corriere con una lettera di re Giovanni. - Considerazioni sul paese. - Il campo di ras Alula. - Due nostri servi imprigionati. - Campo e forte di Gura. - I Sciohos. - Incontro di Tagliabue. - Arrivo a Massaua. - Hodeida. - Aden. - A bordo del Manilla. - Un morto in mare. - Arrivo in Italia.
     
      Appena rifornita la carovana dei quadrupedi necessarî, si decide la partenza che ha luogo infatti il giorno 14. Ci avviamo alle catene di montagne verso nord-est, e circa un'ora dopo usciti da Adua siamo richiamati da voci che si trasmettevano l'un l'altro gli avanzi della retroguardia di Ghedano Mariam, che stavano disordinatamente sparsi lungo tutta la via. Ci fermiamo, è l'arrivo di un corriere da Debra-Tabor con lettere nostre e una del re relativamente al nostro imprigionamento: è semplice, cordiale, schietta come usa re Giovanni, e ne trascrivo la traduzione: la lettera autografa era in Amarico e Maderacal vi aveva unita la traduzione in francese:
      Scritto del re dei re, Giovanni d'Etiopia, e tutta la sua dipendenza.
      Signor Matteuccì, capo della spedizione commerciale italiana e suoi compagni.
      Io vi presento i miei complimenti a tutti: dacchè ci siamo separati, io e la mia armata fummo bene in salute, grazie a Dio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Corte Naretti Sovrano Giovanni Alula Gura Sciohos Tagliabue Massaua Manilla Italia Adua Ghedano Mariam Debra-Tabor Giovanni Amarico Maderacal Giovanni Etiopia Matteuccì Dio