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      Ma senza assumersi la responsabilità noi di introdurre in Abissinia l'elemento europeo, nè re Giovanni di chiamarvelo, io credo che re Giovanni potrebbe erigersi un monumento di gloria collo sviluppare in paese due rami di industria. Migliori le vie di comunicazione e faciliti i diritti doganali alle carovane commerciali: allora queste si faranno frequenti, dal Goggiam e dai paesi Gallas, attraverseranno in gran numero tutti i suoi Stati per portare le loro mercanzie a Massaua, e da qui tornando alle loro case porteranno all'interno i prodotti europei che verranno così conosciuti, se ne riconoscerà l'utilità, si imparerà ad apprezzare chi li produce. Il consumo crescente vi chiamerà allora gli stessi Europei ad importarvi la merce, e questi saranno non solo tollerati in paese, ma già desiderati, e poco a poco si introdurrà così una civiltà, della quale senza accorgersi il popolo sentirà quasi il bisogno, mentre oggi vedendola avanzare tutta d'un blocco se ne spaventa e cerca respingerla. In pari tempo lasci che le migliaia di braccia che ora non fanno che tenere una lancia od una spada, se ne tornino alle loro case, e le obblighi all'agricoltura: il paese potrà in breve tempo diventare un gran produttore di grano: questo non mancherà negli anni di carestia, e come oggi succede, non si spopoleranno provincie per la fame, e in breve tempo si esporterà il grano alla costa: questo porterà ricchezza in paese, quindi maggior spinta al lavoro e maggiore probabilità che le merci importate dalle carovane trovino sfogo.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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