Il bianco che si adatta a questa vita di fatiche, di pericoli, di privazioni, vuole certo in pochi anni farsi una fortuna, e la società che lo incarica ne vuol pure ricavare il suo utile, mentre gli indigeni non tentano tanto di arricchire, chè hanno idee ben limitate sulla ricchezza, ma si accontentano di vivere e di aumentare tutt'al più il loro capitale di tanto da accrescere forse di una mula in ogni viaggio la loro proprietà ambulante. Somma tutto, io ritengo, e sentii ripetere anche da persone esperte, che per ora almeno convenga aspettare alla costa le piccole carovane del paese, e farvi trovar pronte le nostre merci che possono scambiare colle loro. Oltre tutto questo, i piccoli negozianti del paese, ritornando riportano qualche poco di merci che sanno di poter vendere, e soddisfanno le piccole commissioni che ricevono dall'uno e dall'altro, e con questo quasi ritraggono le spese del ritorno. Ma son cose queste che possono andare per piccole carovane, e non basterebbero a compensare le carovane grandi, per le quali quindi tutto il viaggio di ritorno sarebbe perduto.
Abbiamo inoltre incontrate sulla via piccole carovane che fanno trasportare parte del loro carico da schiavi comperati sui mercati del Goggiam e che poi rivendono verso la costa, traendone così profitto e risparmiandosi le spese del loro viaggio di ritorno. Altri hanno invece per servi degli schiavi loro, che comperati si mantengono con ben poco e si retribuiscono delle loro fatiche con pochi talleri e qualche metro di tela all'anno.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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Goggiam
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