Le mule col nostro bagaglio non hanno potuto fare ieri tutta la lunga marcia che abbiamo fatto noi, per cui la mattina del 18 ci è forza aspettare che ci raggiungano per proseguire assieme. Mentre stiamo aspettando vengono ad annunciarci che due dei nostri servi furono legati, e noi siamo invitati a presentarci al capo.
Ras Alula fece infatti introdurre in nostra presenza i due prigionieri: Yavolet-ciarkos, un bravissimo giovane che da Massaua ci aveva accompagnati durante tutto il viaggio, che lasciammo a Debra Tabor con Bianchi e che ci raggiunse speditoci quale corriere a portarci la lettera del re; il secondo altro buon giovane che da poco era al nostro servizio. Tutti due nativi dello Scioa, e ras Alula fece dichiarare a noi e giurare al capo dei nostri servi che non avevamo altri dello Scioa addetti al nostro servizio. Si visitarono da capo a piedi, nelle pieghe dello scemma, si tagliarono persino i sacchettini di pelle coi talismani che portano al collo, si fece loro subire un interrogatorio, poi ci fu dichiarato che non si potevano rilasciare, e che anche noi non l'avressimo passata molto bella se ras Alula avendoci conosciuti dal re, non avesse visto quanto gli eravamo amici. Unico motivo di questo imprigionamento è che quei disgraziati erano dello Scioa; nel resto mistero, come pur troppo è mistero per noi la sorte che avranno subito. Io dubito sospettassero che potessero essere spie di re Menelik, e che col pretesto d'essere nostri servi avessero ad osservare i movimenti dell'armata di ras Alula, e forse portarne nuove in Massaua o recarle al loro ritorno in patria.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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