Passare tutto questo tempo su una di queste sudicie carcasse non è certo divertente, per cui ci decidiamo d'andare ad Hodeida nella speranza di trovarvi un trasporto inglese col quale proseguire fino in Aden e qui aspettare uno dei vapori della linea delle Indie. Partiamo infatti la mattina del due e dopo una giornata di navigazione, all'alba del tre siamo in vista di una costa che si crede la nostra meta, ma quando ci avviciniamo maggiormente la si riconosce invece per tutt'altro punto. Gran consiglio di tutto lo stato maggiore, e ritenuto che Hodeida deve essere più a sud vi rivolgiamo la prua.
Coi cannocchiali non si scorge però traccia di abitato, quindi fronte indietro e si va in cerca di Hodeida direttamente a nord. Finalmente alcuni minareti si innalzano all'orizzonte, e verso le due mettiamo le ancore davanti alla città, dalla quale però ancora ci separano parecchi chilometri di bassi fondi.
La città è grande e interessante per lo stile prettamente arabo dei suoi edificii e per la molteplicità dei costumi dei suoi abitanti, fra i quali sono maggiormente degni di rimarco i beduini dell'Yemen, bellissima gente artisticamente vestita d'un piccolo pantalone, una giacca aderente e un turbante in tela azzurra, adorni di bellissime armi riccamente lavorate in argento. Le donne portano una massa di monili al collo, alle braccia, alle mani, alle gambe, pure in argento lavorato a filigrana e misto a conterie o pezzi d'ambra. Al collo dei ragazzi collane che ricordano quelle delle Abissinesi, che certamente ebbero queste a modello.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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