Sono lavoro ciclopico che si crede iniziato dai Persiani e ristabilito poi dopo l'occupazione Inglese. Originali in Aden sono i tipi degli Ebrei dell'Yemen, che vi fanno il commercio delle penne da struzzo e del cambia-valute. Vestono una lunga zimarra, un piccolo calottino in testa e due lunghi ricci che pendono davanti alle orecchie; e i somali che vi fanno generalmente il facchino o il marinaio, quasi nudi, con enormi parrucche di capelli arricciati, che per sgrassare coprono di calce, la quale li riduce giallo-biancastri.
Il giorno 12 partiamo a bordo del Manilla, grosso vapore di Rubattino, e volgiamo direttamente la prua verso l'Italia. È una vera soddisfazione trovarsi a bordo di un legno come questo di 5000 tonnellate, e pensare che è nostro, e per noi era doppia la gioia illudendoci già di essere su un pezzettino del nostro paese. La cordialità degli ufficiali, tutti quanti, valeva ancora ad accrescere il nostro contento e la nostra illusione. Abbiamo la morte di un signore inglese a bordo, e nulla di più triste delle funzioni per la sepoltura. A mezzogiorno il vapore si ferma, una campana a prua annuncia ed accompagna con suono cadenzato la triste cerimonia; il feretro è portato sopra coperta e coperto da bandiera inglese; un vecchio legge qualche preghiera, tutti gli altri religiosamente ascoltano e pregano, poi unitamente ad un grosso peso di ferra-vecchie, quattro marinari sollevano la cassa e la buttano a mare, dove si sprofonda nelle acque, mentre il bastimento riprende il suo cammino.
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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284 |
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