Sul ritto di questa medaglia leggesi: Franciscus Emanuel marchio Villae albae IV. Viro benemerenti Sicilia universa dedicat. Sul rovescio vedesi: Sciens de Patria pro Patria dilexit faman. Di sotto vi sono una tromba e un ramo d'ulivo come simbolo della fama, Panormi 1754. Di questa ne corrono cioè due in oro, quattro in argento, dieci in bronzo e una in stagno.
E appunto in quest'anno sudetto 1754 videsi anche in onore di questo marchese Francesco Emanuele e Gaetani la moneta in rame secondo la qui espressata figura. Di questa medaglia ne corrono sedici in rame. Sul ritto si legge: Franciscus marchio Villae albae IV Emanuelium familiae princeps. E questa è la leggenda del rovescio: Urbis et Trinacriae non tenuis jubar, Panormi 1754, che vuol dire: "Lume non piccolo della città di Palermo e della Sicilia". L'aquila è il simbolo di Palermo; le tre gambe sono le figure della Sicilia.
Nell'anno 1773, cioè in tempo de' moti popolari di Palermo, il marchese Francesco Emanuele fu fatto uno de' capirondi delle mastranze, sortito avendone il biglietto del pretore, principe del Cassaro, a 26 settembre 1773.
Vien lodato da D. Gaetano Agate, buon letterato e valente poeta, con 58 stanze di ottave rime siciliane, sì per rapporto alla sua nobiltà di natali che al ragguardevole grado di sua letteratura.
Nell'orazione fatta ne' funerali di D. Giuseppe Iurato dal P. Pietro Liuzzo, crocifero, e stampata pel Valenza in Palermo nel 1774, al foglio 40 e 41, viene citata l'opera Sicilia nobile del marchese di Villabianca.
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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
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