La fatiga finalmente della presente dogliosa laude che al mio nome io stesso porgo è un capo di piacere (non può negarsi) che sente il mio animo nel vedere cogli occhi della vita, e non con quelli della morte, l'onorato spettacolo che un dì, reso esangue, io posso attendere da' miei consanguinei per rispetto non solo del mio personale, ma quanto più per l'onore di loro stessi e della famiglia Emanuele, del di cui cognome, grazie al Cielo, a fronte scoverta sull'universale ceto patrizio della Sicilia tutta e altrove ancora ne posson dire le distinte illustri regie anticaglie.
Questo compatimento e manuscritto non vi è paura di darsi alle stampe, come sul principio avvisai, e perciò ne lascio la cura a chi conviene o di farlo stare sotto la polvere, sempre che inetto si reputasse, o farne uso pel publico studio, qualora tenesse il grado di rispettabile.
Amico lettore, ho detto e non passo avanti, lasciandoti intieramente la libertà di giudicarlo come ti aggrada, e ti dico addio.
PROEMIO
Non habuit virtus pignus amabilius
Il desiderio al mondo di volersi ognuno dar vanto di amore ed accogliere virtù nel seno, ch'è l'immagine di Dio, anzi la stessa divinità tra' mortali, nasce coll'uomo, naturalmente s'impasta nel di lui spirito, e in conseguenza non può darsi uomo che non ne tenga l'ambizione di conseguirne il talento e ardentemente amarlo pe 'l lustro e titolo di sua persona. Ordinariamente però s'infonde sì fatta dote della virtù con maggior vivezza e generalità nelle alme grandi che son nate di chiaro sangue, che non lo fia nelle altre secondarie che da schiatte inferiori tengon suo nascere.
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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
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Emanuele Cielo Sicilia Dio
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