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      Ho detto.
     
      III
     
      DELL'ULTIMA VOLONTÀ E DISPOSIZIONETESTAMENTARIA FATTA DA FRANCESCO M. EMANUELE,
      CONTE MARCHESE DI VILLABIANCA,
      NELLO STATO DA LUI TENUTO DI SANA MENTE,
      CON FEDECOMMESSO INSTITUTOVI PRIMOGENIALEAGNATIZIO E DI ERUDIZIONI ORNATA
      LETTERARIE, MORALI, NOBILI E LEGALI,
      OPUSCOLO DI ESSO STESSO VILLABIANCA,
      TESTATORE, AUTORE E SCRIBENTE DEL MEDESIMO
     
     
      AVVISO A CHI LEGGE
     
      Non fa alla bisogna di questo opuscolo di testamento Emmanuele Villabianca la ordinaria avvisoria prefazione, della quale si fan dovere per sè le opere in generale letterarie. N'è di ciò la ragione perchè dall'autore, ch'è lo stesso Villabianca, senatore, nelle tavole sue testamentarie largamente si dà la retta dell'opera e si premette l'istituzione della legge che dee piantarsi sul corpo del suo retaggio, onde il replicar parole su questo punto esser lo stesso che recar noja a' leggitori e farsi cosa supervacanea senza cavarsi unqua di buono. Omne supervacaneum lectori tedia tendit. Purnondimeno, su questo capo, pensandovi io appresso maturamente, non sembrami incoerente cosa lo sbilanciarmi in commentario nelle seguenti erudizioni e adorni spettanti a testamento.
      È di certo, per altro, che, apportandosi le note scientifiche per testamenti, non solo si fa del male, anzi del bene, che posson giovare nelle umane qualsiasi vicende.
      La voce di testamento primieramente è formata dal latino testamentum, che i leggitori sogliono far derivare da testatio mentis. E questa va sempre accompagnata dalle voci di nuncupativo e di sollenne testamento.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144

   





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