Il nuncupativo dinota un'ultima volontà o testamento fatto verbalmente di viva voce e non messo in scritto che dal solo tabellione da cui si tramanda al pubblico. Il sollenne è il testamento che deve essere attestato da sette testimonij per la sua autenticità, chiuso con sigilli, e vi parla il testatore in persona prima, ordinando al notaro il ridurlo agl'atti, onde può dirsi per queste cose parimente testamento chiuso.
Ramo del testamento è il codicillo, o sia schedula testamentaria, la quale passa cum effectu per un secondo piccolo testamento per valere di supplemento al di già rogato testamento. Posto ciò, il testamento grande vien paragonato al vascello ed il codicillo al battello legato ad esso.
I codicilli ebbero il primo uso in tempo di Augusto da L. Lennelo. Rajmondo Lullo ha fatto un libro che egli chiama codicillo, nel quale pretende di aver lasciato a' letterati il segreto della sua pietra filosofale, purchè essi sapessero interpretarlo.
Or questi appunto codicilli testamentarij furono le miniere del Potosì, che diedero monti d'oro all'aboliti Gesuiti (allor dagli storici sono chiamati sedicenti), con che si feron padroni, francamente può dirsi, di una quarta parte della Sicilia. Coll'arti loro di virtuosa apparenza in pietà e divozione, si davano accesso nelle case de' ricchi e colla frequenza di visite se ne catturavan la grazia e sopratutto finalmente, nell'atto di esser coloro moribondi, la successione di farsi rendere eredi della maggior parte del retaggio, che costar solea di fondi e feudi.
| |
Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
|
|
Augusto Lennelo Lullo Potosì Gesuiti Sicilia
|