L'uom singolare del signor di Voltaire, Francesco Maria de Arouet, e ch'ebbe il titolo pur d'immortale appo i letterati, fu testatore di questa sorte e ne curò mandare anche in stampa la sua ultima volontà, firmata a Ferney, terricciuola di suo dominio, 8 gennajo 1771, ed appoggiata eseguibile su i ricchi capitali e grossi redditi; edita che fu quest'opera nel 1779, la tengo io, Villabianca, nella mia biblioteca, appo il tomo 107 mie Erudizioni, n. 9. L'abbate Pietro Metastasio trasmise al publico il suo testamento, che si trova dato alla fama de' torchi nel tomo 3° delle sue opere postume, state stampate dal nostro siciliano conte di Ajala. Al pari ancora di questi capi d'uomini si fece testamentaro pria di morte egli stesso di sua composizione il padre Giorgio Guzzetta, prete dell'Oratorio dell'Olivella in Palermo, ove ancor verdegia il suo nome nelle palme di gloria per la fondazione da lui fattavi del Seminario de' greci: ciò tanto affermasi nella sua vita.
E tra questi grandi uomini finalmente vi voglio includere il testamento capriccioso, bizzarro, fatto da Giovanni Di Piero, letterato della città di Firenze, che, senza le solite formalità del notaro, testimonij ed altri riti legali dovuti usarsi ne' testamenti, si prese la libertà di far sua disposizione con succinte parole in rima nel qui sotto sonetto:
Io, Giovanni Di Piero, così testo:
sano già, grazie al Ciel, di corpo e mente,
sciolta l'alma dal corpo immantinente,
lascio al Ciel quella ed alla terra questo.
Il solito tributo manifesto.
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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
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