Supplico poi similmente la Regina del Cielo, Maria sempre vergine ed immacolata, protettrice degli agonizzanti e mia particolare ed unica avvocata dopo Gesù, patrona e protettrice (unica spes mea Jesus et post Jesum Virgo Maria), a degnarsi, come rifugio de' peccatori e consolatrice degli afflitti, intercedere per me, vil peccatore, acciocchè l'onnipotente Dio delle misericordie voglia metter da parte il rigore che vi deve usare per la sua giustizia, aver pietà delle mie lagrime e così perdonarmi generalmente i peccati, de' quali mi pento e dolgomi con tutto il cuore, da primo sino all'ultimo, da me commessi, cioè da quando ebbi lume di ragione sino al postremo, in tutto il corso del mio umano vivere per avere offeso il sommo bene e la bontà d'un Dio che meritava essere da me servito ed amato per tutti i capi e doveri, osservando i suoi santi precetti e non offenderlo come ho fatto vilmente finora.
Pentito io quindi e ravveduto veramente in tal modo da questi errori, prometto con proposito fermo di non offendere più altra volta e mai e giammai quell'adorabile Maestà del cielo e della terra, dicendo potius mori quam foedari, e dichiarando ancora su lo stesso sentimento che, nel caso io mi trovassi in quel punto fatale terribilmente ancora macchiato di qualche peccato, che Dio non voglia, intendo pel presente mio scritto confessarmelo come vorrei a' sacerdoti, e non posso fare per la gravezza del male. Fiat poi in tutto il resto voluntas Dei, perchè non posso dubitare della sua misericordia, avendomi rimesso interamente nelle sue mani.
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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
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