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      E ciò tutto fatto in recognizione e mostra in qualche maniera del cordiale amore che alle dette mie figlie svisceratamente ho portato in tutto il corso del mio uman vivere, e per un segno altresì datole di gratitudine che ad esse protestar voglio, sebbene piccolo, in queste mie mortuali carte.
      Il merito che si han fatto appo la mia persona di padre così esigge, non altrimenti che per l'onore dato al cognome lor gentilizio di Emanuele nella professione de' loro doveri ed ufficij, osservati esemplarmente nel culto di Dio, nelle lezioni di santi libri, ne' maneggi di virtuose arti e nel servigio del santuario, ch'è il più che importa, di lor comune. Ond'è che con sommo mio contento or le veggio amate e stimate generalmente dalle lor socie e nobili lor consororie, senza che vi avesse punto luogo l'invidia.
     
      Vergini pie (vi dico io col Tasso) che 'l glorioso nomede' maggiori vostri e l'arme e 'l dotto inchiostro
      non fe' superbe o pompa ed oro ed ostro,
      ma li spargeste, quasi indegne some,
      e troncaste le belle e care chiomee vi chiudeste in solitario chiostro
      e 'l mondo iniquo e l'avversario nostroe le sue forze e frodi avete dome.
     
      Con ragione, dunque, tutte quante esse mie figlie ho benedetto in Dio, e tuttora più che mai a larghe mani benedico di padre, implorandole dal Cielo le felicità istesse che posson darsi in questo e l'altro mondo agli uomini di buona volontà e a coloro poi tutti di più grazie colmi, che si son fatti leviti e cultori delle sacre are, facendo loro tai buoni augurij, niente dissimili a quelli da me implorati in pro del lor germano Benedetto, mio figlio, dell'uguale mia dilezione, divenuto già ora egli padre di famiglia nella presente mia generazione ed istituto in questo documento erede mio universale.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
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